alla scoperta di un vero tesoro

Vivere a pieno la ricerca dei tartufi è senza dubbio una delle esperienze più emozionanti che si possa vivere. Un privilegio riservato a pochi avventurosi.
Un tempo si credeva che cercatori di tartufi fossero dei vagabondi, dei filibustieri e poco di buono.
Invece in questo «mestiere antico» c’è una sorta di arte distillata e sobriamente avvolta da un alone di segretezza.
Un rito, che si compie di notte, che suggella un patto tra l’uomo e la natura, tra le ninfe dei boschi e i mille esseri che lo popolano.
Il tartufaio è perspicace, astuto, un po’ segugio un po’ spia e un po’ contrabbandiere.
Fa perdere le sue tracce nel cuor della notte e scompare nel fitto della boscaglia. Un «mestiere» solitario con l’unica, insostituibile compagnia del suo cane, dal naso affinato e raffinato, insostituibile complice di mille avventure.
Quando il cane scova il tesoro, allora con delicatezza lo estrae per non danneggiarlo.
Ma la soddisfazione più grande è quando lo tira fuori da un sacchetto piccolissimo, davanti ad un pubblico meravigliato che osserva l’oggetto del desiderio.
E l’uomo palpa quel tubero “con ammirazione mista a ironico rancore».
Perchè sa quanto sacrificio c’è in quel tesoro.